23 nov 2012

LA PIAZZA




A me fa piacere che i giovani studenti siano tornati in piazza.
E' una grande notizia.
E' come se la linfa avesse ricominciato a correre per il tronco di questa nazione.
Linfa verde, capace di ridare la vita ad un legno ormai vecchio.
Mi fa piacere sentire le voci immature che ritornano a farsi sentire con la loro ingenua crudeltà, con la loro innocente cattiveria.
Vedo che i topolini tornano in giro, tornano nei luoghi dove si fa cultura, dove l'ufficialità delle barbe e delle toghe ha alzato i nuovi templi del sapere.
La cultura ufficiale, i perbenismo intellettuale, il bigottismo civile, l'omologazione sociale.... torneranno ad essere presi di mira da una riconquistata capacità critica?

Devono riprendersi in mano il presente, i giovani studenti a cui è stato rubato anche il futuro.
Nessuno vuol cederglielo gratis.
Ce lo vogliamo tenere stretto, come un portafogli gonfio.
Gridiamo "al ladro!, al ladro!" come se ci stessero portando via la ricchezza contante, ma non ci accorgiamo che ormai, al posto delle preziose cartomonete, conserviamo con noi solo vecchie cambiali scadute.
Debiti che senza i nuovi schiavi di domani noi non saremo capaci mai di onorare.
E quegli schiavi, i nuovi schiavi di domani, sono loro, i giovani studenti.
Loro non lo sanno, ma è questo il compito che gli abbiamo assegnato.
Noi, dei del presente, abbiamo scelto loro.
I nuovi schiavi del futuro.

A me fa piacere che ritornino a sciamare per le strade.
Urlando sciocchi slogan che, come tutti gli slogan non hanno granchè significato.
Ormai gli abbiamo rubato anche la libertà di sventolare bandiere, tanto le abbiamo sgualcite e scolorite.
In cosa debbono credere, quei nuovi schiavi, per nutrire una speranza per il domani?
Io penso ai vecchi minatori delle miniere di zolfo, in Sicilia.
O a quelli delle miniere cinesi, o cilene, o belghe.
A cosa devono credere, ormai?
Gli deve bastare il triste destino di un respiro spezzato, di polmoni inaciditi, di volti ridotti in piaghe, di ombre silenziose?
Oltre che essere schiavi, devono pure sottomettersi alla rassegnazione silenziosa?

Senza bandiere, i giovani studenti sono minatori rassegnati.
Ombre nel buio.

Mi fa piacere che le strade tornino ad essere rumorose.
Sono contento che le automobili velenose cedano il posto a migliaia di gambe in marcia verso i palazzi del potere.
Piuttosto che quell'assurda processione di schiavi senza catene che ogni mattina si fa inghiottire  silenziosamente dalle bocche affamate nascoste negli ingressi armati di timer marcatempo di quei palazzi mostruosi, preferisco il battito del passo di quei ragazzi, i loro strepiti, le urla contro quei palazzi, il lancio di uova, la dissacrazione del potere.
Meglio la ribellione che la soggezione!
Guardate a qualcosa di diverso, ragazzi, non lasciatevi abbagliare da un sole che ormai non brilla più.

Non ho nessuna giustificazione per la violenza e quindi non ne offro a nessuno.
Nessuno può derubare quei giovani che si stanno riprendendo il destino nelle mani del diritto di gridare ad alta voce la gioia per la propria conquista.
I caschi, i bastoni, i manganelli, i lacrimogeni ... sono armi.
Le armi servono solo per fare il male.
E Il male non ha nessuna ragione che lo giustifichi.
Allo stesso modo non ho giustificazioni neanche per le provocazioni.
I volti nascosti dietro i fazzoletti, o dietro le visiere abbassate sono provocazioni.
Le zone rosse sono provocazioni sia se indicano zone franche, libere, liberate, sia se voglio dire zona off limits, area vietata, zona proibita.
La città è anche mia, nessuno può rubarmene neanche un centimetro!

A me fa piacere vedere che la vita riprende.
La città morta è lugubre.
Il cimitero dei morti viventi è un film dell'orrore.
Ragazzi, forza, ragazzi!

2 commenti:

  1. Mi associo a quel che dici Piero, anche a me fa piacere vedere i ragazzi che scendono di nuovo per le strade. Vuol dire forse che non tutto è ancora perduto, che ancora è rimasta un po' di voce e la voglia di usarla e poi in fondo, mi piace rivedermi in loro, quando anch'io scendevo in strada e urlavo slogan un po' ridicoli. Altri anni, certo, altre motivazioni, altri problemi, ma questo non cambia il brivido che sento quando li vedo. spero solo non si lascino manipolare, spero solo non si soffochino le loro voci.
    La violenza, certo...brutta bestia... diventa il fulcro della questione. Ragazzi...non cadete nell'errore, la violenza diventerà la scusa giusta, quello che aspettano per potervi zittire. Non cadeteci...anche se a volte l'esasperazione può indurre a diventare violenti, voi non cadeteci...
    La violenza è subdola, s'insinua come un serpente, è un'arma a doppio taglio.
    Avanzate a volto scoperto, con i vostri occhi saettanti rabbia e voglia di cambiare, con le vostre bocche capaci di usare le parole che sgorgano dal cuore e dal cervello, con le vostre intelligenze feconde. Siano queste le vostre armi. No, non vuol essere una lezione questa, una lagna..è solo una speranza...
    Però Piero, mi viene anche questo dal cuore: se dovete difendervi, fatelo...Non vorrei mai vedere un'altra Diaz. No, sinceramente non vorrei.
    un abbraccio e una
    Buona giornata Piero :-)

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  2. Cara Patrizia,
    sento il fuoco nelle tue parole.
    Forse non ti avevo mai sentita così.
    Si, oggi i ragazzi - e non solo loro - sono stati bravi davvero.
    Nessuna violenza, nessuna provocazione, nessuna manganellata.
    E mono male, perchè questa città, Roma, sta diventando un campo di battaglia.
    Sparano, bastonano, accoltellano, aggrediscono, uccidono...
    La violenza sta diventando una pestilenza.
    Certo, forse è segno della crisi che morde.
    Ma è anche il risultato di tanti anni di potere senza scrupoli, che per sostenersi e tenersi aggrappato alle poltrone ha fatto il patto col diavolo, sdoganando i peggiori topi dalle fogne.
    Fantasmi neri, ormai, si stanno aggirando per tutta Europa, non solo a Roma o in Italia, ma noi, qui, in Italia, siamo stati forse i primi a rimettere i neofascisti sulle poltrone più alte.
    Sul Campidoglio.
    Alla Regione (mi riferisco più che altro a Storace, non tanto alla Polverini, che aveva un'altra matrice sociale).
    Al ministero della Difesa.
    In svariati altri posti di comando.
    Quei neofascisti si portano appresso i segreti di tante stragi mai risolte, di una storia patria che si è macchiata dell'alleanza con il mostro nazista, della dittatura, delle leggi razziali...
    Oggi pare tutto dimenticato.
    Ma basta andare a farsi una passeggiata al Ghetto di Roma.
    E lì ancora si può leggere la targa che ricorda il rastrellamento e la deportazione del 16 ottobre 1943: 1024 persone, 200 bambini...

    Ma per fortuna oggi nessuna violenza ha potuto fermare la marcia della piazza che si muove.
    Per fortuna.
    Perchè c'è un lungo lavoro da compiere per far andare l'Italia verso una direzione più giusta.
    C'è da reindirizzare una politica economica troppo spostata verso un liberismo che sta cancellando la solidarietà, il welfare, la protezione sociale.
    C'è da creare la coscienza dei diritti europei, che riportino le regole della democrazia nella costituenda Unione Europea.
    Bisogna ridare credito e risorse alla scuola, ai giovani, al futuro.
    Un impegno straordinario.
    Non ci si può permettere di sciupare tutto per colpa di chi è vioneto.
    Proprio non si può.

    Un bacio.
    Piero

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